All’inizio sono solo dei segni su un pezzo di carta, e idee nella mia mente; dopo, lentamente, la materia comincia a prendere forma, le superfici cominciano a muoversi e a prendere vita con il colore delle ossidazioni e la luminosità delle dorature. Il metallo è trasfigurato nel suo aspetto naturale con gli straordinari e imprevisti cambiamenti impressi dalle più semplici reazioni, e non posso non pensare che in questo si celi una forza straordinaria e un’antica bellezza quasi misteriosa, arcana, profonda, che solo in momenti ricchi di magia, per pochi attimi, si manifesta.

Quando l’argento, nel processo della sua naturale ossidazione, per un istante soltanto, rimanda riflessi di un profondo blu o si trasforma alla presenza del più banale dei composti in un azzurro assoluto e irresistibile, mi trovo davanti la sfida di raccogliere tanta bellezza e tentare, con il mio lavoro, di dargli senso e concretezza, trovare una voce che ne sveli l’incanto e la grazia.

Poi le sagome si intrecciano, si inseguono, si sovrappongono come in un gioco di incastri, e il metallo e le sue ombre danno senso e consistenza anche allo spazio vuoto, come il silenzio esalta lo musica che lo avvolge.